La
cartomanzia è “la divinazione esercitata mediante le
carte da gioco o mediante i tarocchi”: carta
e manteìa. Quest'ultima parola significa divinazione. Quindi, cartomanzia vuol dire
divinare, l'indovinare, il predire il futuro attraverso la lettura delle carte.
"La Tarologia. Si comprende la scelta della definizione: la parola taro
designa i Tarocchi stessi, che difatti in tutte le lingue (eccetto l'italiano)
vengono designati come Tarot; il suffisso logìa, sta per logos,
discorso. La tarologia è di fatto il discorso sui Tarocchi, cioè,
per estensione, la disciplina che se ne interessa.
Negli ultimi 200-300 anni i tarocchi sono stati sempre più spesso
utilizzati con un fine divinatorio, sino ad essere identificati quasi
esclusivamente con questa pratica. La figura del cartomante è così divenuta
sinonimo di chi è in grado di utilizzare queste immagini, grazie alle proprie
doti intuitive o medianiche, per predire eventi futuri. La sua capacità
professionale, aldilà del fatto che spesso tale attributo sia ampiamente
discutibile, si basa dunque su eventuali qualità soggettive.
Questo tipo di approccio è ciò che ha reso possibile l'uso dei tarocchi
in maniera profana ed irrispettosa, senza alcuna possibilità di verifica reale,
trasformandoli agli occhi del grande pubblico, cioè dei non esperti, in uno
strumento negativo se non malefico. La realtà è diversa: i veri Tarocchi, cioè
le autentiche ICONE depositarie di un messaggio iniziatico
tradizionale, sono uno strumento sacro. Sono l’espressione di un'Intelligenza
che trasmette, a chi l’interpella, consigli precisi. Per giungere a cogliere questa
verità, è necessario seguire un percorso di conoscenza che possa aprire la
coscienza alla comprensione di queste secolari figure. Chi apprende il loro
linguaggio diviene il traduttore dei Tarocchi, cioè un TAROLOGO, ed ha l'incarico di porgere
questi "suggerimenti straordinari" all'interlocutore che viene per un
aiuto. Questi messaggi non sono le idee o le opinioni del cartomante,
quanto il pensiero del Tarot (cioè
i Tarocchi).
Sulla base di queste considerazioni, quindi, si comprende facilmente
che la loro pratica deve seguire un modello diverso da quello della
cartomanzia: un modello Oggettivo. In sintesi il Tarologo, imparando la
lingua con cui i Tarocchi si esprimono, cioè la loro grammatica ed il loro
dizionario, diviene un intermediario obbiettivo che offre una risposta
"non sua." Non si compie più un atto soggettivo di “cartomanzia,”
cioè “il divinare, l’indovinare le carte,” quanto un atto oggettivo
di Tarologia: la trasmissione di un messaggio spogliato da qualsiasi
interpretazione personale, il vero messaggio dei Tarocchi.
Oggigiorno è obbligatorio definire cartomante chi fa un uso
approssimativo ed improprio dei tarocchi, oppure chi utilizza, per la
divinazione, generiche “carte da gioco”. Tarologo è colui che, connesso ai
Tarocchi tramite un rigoroso e pluriennale apprendistato, è nell'umile
condizione di trasmettere al consultante il giudizio preciso di questa Intelligenza
che lo collega con la sua Anima, compiendo così, al di là del mero uso
divinatorio, una vera, autentica lettura al servizio di un altro individuo." (Tratto dall'Accademia dei Tarocchi).