venerdì 28 marzo 2014

Rumori dell'Officina/ 2: Il corso di acquarello



© Anna Maria Ferrari

All'Officina dell'Arte è appena cominciato il corso di acquarello! 
Il numero degli iscritti supera la capacità logistica dell'Officina pertanto sarà prevedibile la ripetizione del laboratorio. Sotto le esperte sollecitazioni della docente Anna Maria Ferrari, già dalla prima lezione, sono usciti acquarelli di ottima fattura. Forse al termine organizzeremo una piccola e orgogliosa mostra conclusiva.



© Anna Maria Ferrari

© Anna Maria Ferrari

© Anna Maria Ferrari

mercoledì 26 marzo 2014

Inaugurazione Mostra, Sandra Vukelic



[ di Marco Zavattarelli ]

C’è chi considera il migliore dei mondi il suo, la sua terra, e se per disgrazia gli tocca di doversene allontanare lo fa in apnea e in pena, pronto a rientrare al più presto.
C’è chi invece non riesce a stare al suo mondo e lo va a cercare senza sosta sulle spiagge di un oceano, sulle vette di una montagna, in paesucoli o nei formicai di dieci milioni di abitanti, dappertutto purché altrove, e mai lo trova.
C’è anche chi, capace di metterne su una ovunque, sta bene a casa propria, poco importa dove sia, oggi qui, domani là, e da qui o da là cerca di capire la meccanica delle passioni che muovono il mondo o delle inquietudini che lo agitano costruendosene uno in miniatura.
Capire il mondo attraverso il governo della casa.
Mentre sparecchia la tavola dopo un pranzo festivo con la famiglia, quando riassetta le stoviglie, stende i panni o racconta una storia ai suoi bambini, Sandra annota appena può un’immagine che l’ha attraversata ed è riuscita a catturare.
Immaginiamola al lavoro sul suo tavolo – magari non distante dalla cucina – alla ricerca del segno giusto, della matita più efficace, del supporto più adatto, a volte arrangiandosi con quel che c’è, mentre disegna tenendo accanto al gomito la monografia di un primitivo fiammingo aperta come un libro di ricette.
Ogni elemento è al suo posto o vuole o deve ritornarci. Come in una cucina che si rispetti tutto è funzionale e oggetto d’affezione. Facciamoci pure spiegare, ospiti curiosi, quello che in casa d’altri non siamo tenuti a sapere. E teniamo per noi questa domanda nella testa: l’artista deve emanciparsi dalle angustie quotidiane, dai pensieri e dai travagli domestici o da questi trarre il succo vitale?


mercoledì 5 marzo 2014

Incontro con la Tarologia: Conferenza di Duilio Aurini



Dopo la presentazione del libro "L'Arcano racconta",di cui potete trovare il video qui, l'Officina dell'Arte presenta un nuovo appuntamento sulla Tarologia.
Vi aspettiamo il 12 aprile alle ore 17 per una conferenza di Duilio Aurini, che qui sotto ci racconta qualcosa, anche attraverso le parole dell'Accademia dei Tarocchi

La cartomanzia è “la divinazione esercitata mediante le carte da gioco o mediante i tarocchi”: carta e manteìa. Quest'ultima parola significa divinazione. Quindi, cartomanzia vuol dire divinare, l'indovinare, il predire il futuro attraverso la lettura delle carte.
"La Tarologia. Si comprende la scelta della definizione: la parola taro designa i Tarocchi stessi, che difatti in tutte le lingue (eccetto l'italiano) vengono designati come Tarot; il suffisso logìa, sta per logos, discorso. La tarologia è di fatto il discorso sui Tarocchi, cioè, per estensione, la disciplina che se ne interessa.
Negli ultimi 200-300 anni i tarocchi sono stati sempre più spesso utilizzati con un fine divinatorio, sino ad essere identificati quasi esclusivamente con questa pratica. La figura del cartomante è così divenuta sinonimo di chi è in grado di utilizzare queste immagini, grazie alle proprie doti intuitive o medianiche, per predire eventi futuri. La sua capacità professionale, aldilà del fatto che spesso tale attributo sia ampiamente discutibile, si basa dunque su eventuali qualità soggettive.
Questo tipo di approccio è ciò che ha reso possibile l'uso dei tarocchi in maniera profana ed irrispettosa, senza alcuna possibilità di verifica reale, trasformandoli agli occhi del grande pubblico, cioè dei non esperti, in uno strumento negativo se non malefico. La realtà è diversa: i veri Tarocchi, cioè le autentiche ICONE depositarie  di un messaggio iniziatico tradizionale, sono uno strumento sacro. Sono l’espressione di un'Intelligenza che trasmette, a chi l’interpella, consigli precisi. Per giungere a cogliere questa verità, è necessario seguire un percorso di conoscenza che possa aprire la coscienza alla comprensione di queste secolari figure. Chi apprende il loro linguaggio diviene il traduttore dei Tarocchi, cioè un TAROLOGO, ed ha l'incarico di porgere questi "suggerimenti straordinari" all'interlocutore che viene per un aiuto. Questi messaggi  non sono le idee o le opinioni del cartomante, quanto il pensiero del Tarot (cioè i Tarocchi).
Sulla base di queste considerazioni, quindi, si comprende facilmente che la loro pratica deve seguire un modello diverso da quello della cartomanzia: un modello Oggettivo. In sintesi il Tarologo, imparando la lingua con cui i Tarocchi si esprimono, cioè la loro grammatica ed il loro dizionario, diviene un intermediario obbiettivo che offre una risposta "non sua." Non si compie più un atto soggettivo di “cartomanzia,” cioè “il divinare, l’indovinare le carte,” quanto  un atto oggettivo di Tarologia: la trasmissione di un messaggio spogliato da qualsiasi interpretazione personale, il vero messaggio dei Tarocchi.
Oggigiorno è obbligatorio definire cartomante chi fa un uso approssimativo ed improprio dei tarocchi, oppure chi utilizza, per la divinazione, generiche “carte da gioco”. Tarologo è colui che, connesso ai Tarocchi tramite un rigoroso e pluriennale apprendistato, è nell'umile condizione di trasmettere al consultante il giudizio preciso di questa Intelligenza che lo collega con la sua Anima, compiendo così, al di là del mero uso divinatorio, una vera, autentica lettura al servizio di un altro individuo." (Tratto dall'Accademia dei Tarocchi).